UN VIAGGIO NEL TEMPO ALLA SCOPERTA DELLA BOLOGNA SOTTERRANEA
La Piccola Venezia e i Canali di Bologna
Immaginate di passeggiare per le vie di Bologna, immersi nella vivacità di questa città universitaria. All’improvviso, tra i palazzi antichi e le botteghe artigiane, vi imbattete in una piccola finestrella che si apre su un canale. L’acqua scorre placidamente, riflettendo i colori caldi dei mattoni e il verde rigoglioso delle piante che adornano le sponde. Questo scorcio magico, noto come la “finestrella di Via Piella“, è un’affascinante porta d’accesso a un mondo nascosto: la Bologna dei canali, la “piccola Venezia“ che si cela sotto la superficie della città moderna.
Potrebbe sorprendervi scoprire che Bologna, città famosa per le sue torri e i suoi portici, fu un tempo una fiorente città d’acqua, attraversata da una rete di canali che le valsero l’appellativo di “piccola Venezia”. Questi canali, oggi in gran parte sotterranei, hanno plasmato la storia e l’identità di Bologna, alimentando la sua economia, i suoi commerci e il suo tessuto sociale.
Ma come nacque questa intricata rete di canali e che ruolo ha avuto nella storia di Bologna?
Un tuffo nel passato: la nascita dei canali di Bologna
La storia dei canali di Bologna inizia nel XII secolo, in un’epoca in cui le vie d’acqua rappresentavano le arterie vitali del commercio e dell’industria. La città, priva di un corso d’acqua naturale che la attraversasse, si ingegnò per sfruttare le acque dei fiumi Reno e Savena, costruendo due imponenti chiuse: la Chiusa di Casalecchio sul Reno e la Chiusa di San Ruffillo sul Savena.
Queste chiuse, veri e propri capolavori di ingegneria idraulica, permisero di deviare le acque dei fiumi e di convogliarle in una rete di canali artificiali che si snodavano per tutta la città. Nacque così un sistema idrico complesso e articolato, capace di alimentare mulini, irrigare campi, trasportare merci e persino fornire energia alle prime manifatture.
L’industria della seta, in particolare, fiorì grazie alla presenza dei canali, che fornivano l’energia necessaria per azionare i mulini da seta e facilitavano il trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti. Bologna divenne un importante centro di produzione serica, esportando i suoi pregiati tessuti in tutta Europa.
La potenza commerciale di Bologna, legata alla sua rete di canali, è testimoniata anche da un episodio storico significativo: la battaglia navale di Polesella del 1271. In questa battaglia, la flotta bolognese, forte della sua esperienza nella navigazione fluviale, sconfisse la flotta veneziana, ottenendo dazi favorevoli per i suoi commerci. Un evento che dimostra come i canali abbiano permesso a Bologna di competere con le maggiori potenze marittime del tempo.
Un sistema idrico complesso: i canali di Bologna
Il sistema dei canali di Bologna era composto da numerosi canali, ognuno con una funzione specifica. Tra i principali canali ricordiamo:
- Canale di Reno: derivato dal fiume Reno grazie alla Chiusa di Casalecchio, questo canale entrava in città presso l’Opificio della Grada, dividendosi poi in due rami: il Canale del Cavaticcio e il Canale delle Moline. Questi due rami confluivano poi nel Canale Navile.
- Canale di Savena: originario del torrente Savena e alimentato dalla Chiusa di San Ruffillo, questo canale, dopo un tratto iniziale a cielo aperto, scorreva prevalentemente sottoterra. Il Canale di Savena riemergeva brevemente nei Giardini Margherita, alimentando un laghetto artificiale, per poi entrare nel centro storico da Porta Castiglione e confluire nel corso sotterraneo del torrente Aposa.
- Canale del Cavaticcio: derivazione del Canale di Reno, questo canale scorreva verso nord, creando un dislivello di 15 metri, sfruttato per alimentare attività industriali come segherie e mulini. Nel XX secolo, il Canale del Cavaticcio venne progressivamente coperto e oggi è visibile solo in alcuni tratti, come il Parco del Cavaticcio.
- Canale delle Moline: ramo del Canale di Reno, questo canale scorreva a cielo aperto tra via Alessandrini e via Capo di Lucca, alimentando numerosi mulini da grano. Oggi è visibile dalla celebre “finestrella di Via Piella”, che offre uno scorcio suggestivo su questo antico canale.
- Canale Navile: continuazione del Canale di Reno a nord della città, questo canale collegava Bologna al Po di Primaro e quindi al mare Adriatico. Il Canale Navile era una via di comunicazione fondamentale per il commercio bolognese, permettendo il trasporto di merci e persone verso altre città italiane ed europee.
Il torrente Aposa: un antico testimone della storia
Oltre alla rete di canali artificiali, Bologna è attraversata anche da un corso d’acqua naturale: il torrente Aposa. Questo antico torrente, noto fin dall’età del ferro, ha giocato un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo della città. L’Aposa entra a Bologna tra Porta Castiglione e Porta San Mamolo, in un tratto visibile chiamato “serraglio dell’Aposa“. Da qui, il torrente prosegue il suo percorso sottoterra, scorrendo in linea retta fino a via del Pallone, dove si immette nel Canale delle Moline, contribuendo così al sistema idrico che alimenta il Canale Navile.
Il torrente Aposa, oltre alla sua importanza storica e idraulica, è avvolto da un alone di mistero e leggenda. La tradizione popolare narra che l’Aposa fosse dimora di ninfe e divinità fluviali, creature magiche che proteggevano le sue acque e la città. Una delle leggende più suggestive racconta che il dio Nettuno, durante una delle sue visite a Bologna, si innamorò perdutamente di una bellissima ninfa di nome Aposa. Per conquistare il suo cuore, Nettuno decise di donarle un dono prezioso: le acque di un torrente sotterraneo, che avrebbe attraversato il cuore della città e l’avrebbe protetta dai pericoli. Aposa, commossa dal gesto d’amore di Nettuno, accettò il dono e da quel giorno il torrente prese il suo nome, diventando un simbolo di amore, mistero e protezione per Bologna. Sebbene non ci siano fonti storiche che confermino la veridicità di questa leggenda, essa contribuisce ad alimentare il fascino e la suggestione che circondano l’Aposa. Il torrente, che scorre silenzioso sotto le strade di Bologna, diventa così un luogo magico, custode di segreti antichi e testimone silenzioso della storia della città.
La “Bologna sotterranea”: alla scoperta dei canali nascosti
A partire dal dopoguerra, in un’epoca di grandi trasformazioni urbanistiche, i canali di Bologna vennero progressivamente coperti per far posto a strade e edifici moderni. La “piccola Venezia” scomparve dalla vista, ma non dalla memoria della città.
Oggi è ancora possibile scoprire questo affascinante mondo sotterraneo attraverso visite guidate ai percorsi che si snodano sotto le strade di Bologna. Scendere nelle viscere della città è come fare un viaggio nel tempo, immergendosi in un’atmosfera suggestiva e misteriosa. Le antiche arcate in mattoni, i cunicoli bui e il rumore dell’acqua che scorre evocano il passato glorioso di Bologna, quando i canali erano il cuore pulsante della sua vita economica e sociale.
Un patrimonio da riscoprire e valorizzare
La “piccola Venezia” di Bologna è un tesoro nascosto che merita di essere riscoperto e valorizzato. Gli scorci suggestivi come la “finestrella di Via Piella” e le visite guidate ai percorsi sotterranei offrono un’opportunità unica per immergersi nella storia di Bologna e per comprendere l’importanza che i canali hanno avuto nella sua evoluzione.
Preservare questo patrimonio storico significa non solo custodire la memoria del passato, ma anche trarre ispirazione per un futuro più sostenibile, in cui l’acqua torni ad essere una risorsa preziosa da integrare armoniosamente nel tessuto urbano.
FAQ sui Canali di Bologna
- Perché Bologna viene chiamata “la piccola Venezia”?
Bologna è soprannominata “la piccola Venezia” per via della sua estesa rete di canali, che un tempo solcavano la città proprio come a Venezia. Sebbene oggi la maggior parte di questi canali siano stati interrati, la loro presenza è ancora visibile in alcuni punti suggestivi, come la “finestrella di Via Piella” che offre uno scorcio sul Canale delle Moline. - Quando e perché è nato il sistema dei canali di Bologna?
Il sistema dei canali di Bologna si sviluppò a partire dal XII secolo, principalmente per due motivi: la necessità di alimentare i mulini per l’industria e quella di trasportare merci lungo vie navigabili. La città, priva di un corso d’acqua naturale che la attraversasse, decise di sfruttare le acque dei fiumi Reno e Savena, costruendo imponenti chiuse per deviare il loro corso. - Quale ruolo ha avuto l’industria della seta nello sviluppo dei canali di Bologna?
L’industria della seta ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dei canali di Bologna. La produzione serica richiedeva una grande quantità di energia per azionare i mulini, energia che veniva fornita proprio dall’acqua dei canali. Inoltre, i canali facilitavano il trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti, contribuendo al successo commerciale di Bologna in questo settore. - Quali sono i principali canali di Bologna e cosa li caratterizza?
I principali canali di Bologna sono il Canale di Reno, il Canale di Savena, il Canale del Cavaticcio, il Canale delle Moline e il Canale Navile. Il Canale di Reno, derivato dal fiume omonimo, si divideva in città dando origine al Canale del Cavaticcio e al Canale delle Moline, per poi confluire nel Canale Navile che collegava Bologna al mare. Il Canale di Savena, invece, originario del torrente Savena, scorreva prevalentemente sottoterra, riemergendo in alcuni punti come i Giardini Margherita. - Cosa si intende per “Bologna sotterranea” e come si può visitare?
Con “Bologna sotterranea” si fa riferimento all’intricata rete di canali che scorre sotto le strade della città moderna. E’ possibile visitare alcuni tratti di questi canali sotterranei partecipando a tour guidati organizzati da diverse associazioni culturali. - Qual è la storia della battaglia navale di Polesella e cosa dimostra?
La battaglia navale di Polesella, combattuta nel 1271, vide la flotta bolognese sconfiggere quella veneziana. Questo evento dimostra la potenza commerciale e navale di Bologna in quel periodo, resa possibile proprio dall’efficiente sistema di canali che le permetteva di competere con le maggiori potenze marittime del tempo. - Perché i canali di Bologna sono stati coperti?
I canali di Bologna vennero progressivamente coperti a partire dal dopoguerra, durante i lavori di urbanizzazione e modernizzazione della città. La copertura dei canali fu una scelta controversa, motivata da ragioni igienico-sanitarie e dalla necessità di creare nuovi spazi per la viabilità e l’edilizia. - Cosa rende speciale il torrente Aposa rispetto agli altri canali di Bologna?
A differenza degli altri canali, l’Aposa è un corso d’acqua naturale che attraversa Bologna fin dall’antichità. Sebbene oggi scorra prevalentemente sottoterra, l’Aposa rappresenta un importante simbolo della storia e dell’identità della città. - Esiste una leggenda legata al torrente Aposa?
Sì, la leggenda narra che il torrente Aposa prenda il nome da una bellissima ninfa, amata dal dio Nettuno. Il dio, per conquistare il suo cuore, le donò le acque di un torrente sotterraneo che avrebbe attraversato e protetto Bologna. - Quale messaggio ci trasmette la storia dei canali di Bologna?
La storia dei canali di Bologna ci ricorda l’importanza dell’acqua come risorsa vitale per lo sviluppo economico e sociale di una città. Ci invita inoltre a riflettere sulla necessità di preservare e valorizzare il patrimonio storico e ambientale, integrandolo in modo armonico con le esigenze della vita moderna.
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