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CON LA SUA IRRIVERENZA, ATTRAVERSO I SECOLI

Il Fittone e la Goliardia di Bologna

Bologna la Dotta, la Grassa e la Rossa. Ma Bologna è anche la città della Goliardia, una tradizione studentesca secolare che anima le strade e le piazze del centro storico con scherzi, canti e festeggiamenti. E al centro di questa tradizione, quasi come un totem pagano, si erge il Fittone, un simbolo fallico ereditato dal passato che racchiude in sé la storia e lo spirito goliardico bolognese.

Ma cosa è esattamente il Fittone e come si è intrecciato con la storia della goliardia bolognese? Per comprendere appieno questo legame, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, immergendoci nelle stradine di una Bologna che non c’è più.

Il Fittone: da paracarro a simbolo goliardico

Immaginatevi una Bologna di fine Ottocento, con le sue strade strette e tortuose, il viavai di carri e carrozze che risuonava sotto i portici. Per proteggere le colonne dei portici e impedire il passaggio dei veicoli nelle vie più anguste, venivano utilizzati dei robusti pilastri di pietra, chiamati “fittoni” in dialetto bolognese. Uno di questi fittoni, in particolare, si trovava all’ingresso di Via Spaderie, una piccola strada vicino alle Due Torri.

La sua forma slanciata e la punta arrotondata, per ironia della sorte, richiamavano alla mente un simbolo fallico. E fu proprio questa somiglianza involontaria ad attirare l’attenzione degli studenti dell’università, che ne fecero il luogo preferito di ritrovo fino a diventare, all’inizio del XX secolo, il simbolo della Goliardia bolognese.

Numerose sono le storie che raccontano l’epicità del Fittone; la più conosciuta racconta di Ercole che discende dall’Olimpo perché innamorato di una giovane bolognese, e dopo averla conquistata si sdraia e si addormenta, diventando parte del terreno di Bologna. Lasciamo ai lettori la fantasia di immaginare il ruolo del Fittone al termine del racconto.

Un’altro racconto tramandato dai Goliardi riporta di un giovane studente di inizio ‘900 che parafrasando un verso del canto dell’Inferno di Dante Alighieri scrive sul Fittone la frase “Dinanzi a me non fuor cose create se non caduche, e io eterno duro”.

Il trasloco del Fittone e la nascita dell’Ordine del Fittone

Tuttavia nel 1912, Via Spaderie fu cancellata dal piano regolatore con l’allargamento di via Rizzoli e la creazione di Piazza Re Enzo. Il 13 maggio, poco prima che la strada fosse demolita, un gruppo di studenti, in un impeto di spirito goliardico, decise di prelevare il Fittone e trasportarlo in Via Zamboni, la strada dell’università. Accompagnati da una banda musicale e sventolando i gonfaloni delle facoltà, gli studenti portarono il Fittone in processione fino all’inizio del portico di Palazzo Poggi, dove fu reimpiantato solennemente.

Così l’ordine goliardico di Bologna prese il nome di Sacro e Venerabile Ordine del Fittone, con il Fittone come suo simbolo con un chiaro riferimento alla forma fallica.

Negli decenni successivi il Fittone fu materiale di gioco goliardico con le altre città universitarie: gli archivi goliardici documentano, ad esempio, la trattativa per la restituzione del Fittone, “rapito” dagli studenti di Modena. I danni subiti nel tempo da questo particolare totem, quindi, diventarono frequenti. Per questo motivo il Fittone fu chiuso con una gabbia di ferro, installata nel 1931 dopo un primo restauro, per evitare i tentativi di “rapimento”. Nel 1958, a seguito di ulteriori atti vandalici, l’università intervenne restaurando il paracarro e trasferendolo nei magazzini dell’Università, in un luogo non accessibile al pubblico. Solo negli anni Settanta, con la rinascita della goliardia bolognese, si decise di creare una replica fedele del totem, che venne poi ricollocata in via Zamboni.

La Goliardia e il Fittone oggi: tra passato e presente

Oggi la goliardia bolognese, dopo avere conosciuto un nuovo periodo d’oro negli anni ’90, pur avendo perso parte della sua forza propulsiva, continua a esistere, tramandando tradizioni e scherzi goliardici di generazione in generazione. Le feste e i ritrovi, seppur più rari, mantengono vivo lo spirito goliardico, unendo gli studenti in un’esperienza unica che va oltre i confini dell’università. L’Ordine del Fittone ha anche una pagina Facebook con video e fotografie della Goliardia Bolognese a questo link https://www.facebook.com/SVQFO

Silenzioso testimone di questa lunga storia, il Fittone continua a ergersi in Via Zamboni, quasi a ricordarci che lo spirito goliardico, con la sua irriverenza e la sua voglia di vivere, è parte integrante dell’anima di Bologna.

FAQ

  1. Qual è l’origine della parola “goliardia”?
    La parola “goliardia” deriva dal nome del gigante biblico Golia, che nella tradizione medievale era considerato un personaggio bonario e amante dei piaceri.
  2. Quando è nata la goliardia a Bologna?
    La goliardia a Bologna ha radici medievali, ma si è strutturata come vero e proprio ordine solo alla fine dell’Ottocento, con la nascita del Sacro e Venerabile Ordine del Fittone nel 1912.
  3. La goliardia esiste ancora oggi a Bologna?
    Sì, anche se in forma ridotta rispetto al passato, la goliardia continua a esistere a Bologna, tramandando le sue tradizioni e organizzando la Festa delle Matricole, feste e ritrovi goliardici.
  4. Cosa simboleggia il Fittone?
    Il Fittone, originariamente un semplice paracarro, è diventato il simbolo fallico della goliardia bolognese, rappresentando lo spirito goliardico, l’irriverenza e la voglia di divertirsi degli studenti.
  5. Dove si trova il Fittone?
    Il Fittone si trova all’inizio del portico di Palazzo Poggi, in Via Zamboni, nel cuore della zona universitaria di Bologna.
  6. Il Fittone che si vede oggi è quello originale?
    No, il Fittone originale è conservato nel Museo Europeo degli Studenti (MEUS) di Bologna. Quello che si vede oggi è una copia fedele realizzata negli anni Settanta.
  7. Il Fittone è citato in qualche canzone famosa?
    Si. La canzone “La fiera di San Lazzaro” di Francesco Guccini termina con la frase “am la sfrài contr’i fittòn, com’eren béii, com’eren bòn!”
il Fittone della goliardia di Bologna

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