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NUOVE REGOLE: COSA PREVEDE LA NUOVA CIRCOLARE

Affitti brevi: stretta su key box e check-in remoto. Come cambia il settore?

Gli affitti brevi sono ormai una realtà consolidata nel settore turistico italiano. Da un lato rappresentano una risorsa importante per proprietari e gestori, dall’altro pongono sfide per la sicurezza e la regolamentazione. Con la recente circolare emanata dal capo della Polizia, Vittorio Pisani, il Viminale introduce nuove regole mirate a limitare l’uso delle tecnologie di check-in remoto e key box.

Le nuove disposizioni richiedono che i gestori verifichino di persona i documenti degli ospiti, abbandonando modalità automatizzate. Questo intervento, secondo il ministero, mira a garantire maggiore sicurezza pubblica, specie in un periodo storico segnato da crescenti minacce internazionali. Ma quali saranno gli effetti concreti di questa decisione?

Key box e check-in remoto: addio a una pratica diffusa?

Fino ad oggi, le key box (cassette di sicurezza per la consegna delle chiavi) e il check-in remoto erano strumenti ampiamente utilizzati nei contratti di affitto breve. Questi sistemi semplificavano la gestione degli ingressi, consentendo ai turisti di accedere agli alloggi senza interazione diretta con il proprietario o il gestore.

Le nuove regole vietano l’uso di queste modalità, giudicate inadeguate per garantire una verifica certa dell’identità degli ospiti. Le motivazioni? Il rischio che gli alloggi possano essere occupati da individui con generalità non corrispondenti a quelle fornite, aumentando le possibilità di utilizzo per scopi illeciti.

Esempio pratico: un turista invia il documento online, ma al momento del soggiorno può accedere con altre persone non dichiarate. Questo scenario, secondo il ministero, rappresenta un rischio per l’ordine pubblico.

Sicurezza e turismo: un equilibrio complesso

La stretta sugli affitti brevi nasce da una duplice esigenza: da un lato tutelare la sicurezza pubblica, dall’altro garantire un sistema turistico regolamentato e trasparente. Eventi come il Giubileo 2025, che porteranno milioni di turisti in Italia, richiedono un livello di controllo più elevato per prevenire situazioni di rischio.

Il capo della Polizia ha sottolineato che, con l’incremento di eventi politici e religiosi e una difficile situazione internazionale, si rende necessario un maggiore monitoraggio degli alloggi temporanei. Questo non solo per prevenire attività criminali o terroristiche, ma anche per evitare situazioni come occupazioni abusive o violazioni delle norme.

Curiosità: durante il G7 Turismo di Firenze, già si era discusso della necessità di regolamentare l’uso di key box, attirando l’attenzione di gestori e autorità locali.

Il dibattito: tra favorevoli e contrari

Come spesso accade, la nuova normativa ha diviso opinioni e suscitato reazioni contrastanti:

  • Favorevoli: molti amministratori pubblici vedono queste regole come un passo importante per garantire sicurezza e una migliore gestione del turismo.
  • Contrari: l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (Aigab) critica la normativa, ritenendola discriminatoria rispetto ad altri settori. Secondo l’Aigab, tecnologie come il riconoscimento biometrico e i codici OTP sono sicure quanto il check-in fisico.

Un punto particolarmente delicato è la percezione di disparità tra affitti brevi e strutture alberghiere. Le nuove regole sembrano infatti penalizzare i primi, imponendo loro standard più rigidi rispetto agli hotel, dove il check-in remoto non è esplicitamente vietato.

Quali sono gli impatti per i gestori e i turisti?

Per i gestori

Le nuove regole richiedono maggiore presenza fisica e organizzazione. Sarà necessario:

  1. Essere presenti al momento del check-in per verificare i documenti.
  2. Comunicare le generalità degli ospiti alla questura entro 24 ore.
  3. Adottare nuovi strumenti gestionali che rispettino la normativa senza compromettere la qualità del servizio.

Questo potrebbe comportare costi aggiuntivi e una riduzione della flessibilità, soprattutto per chi gestisce più proprietà.

Per i turisti

I viaggiatori abituati a un’esperienza senza contatti potrebbero sentirsi penalizzati. Tuttavia, il maggiore controllo potrebbe tradursi in una percezione di sicurezza più elevata, soprattutto per famiglie e persone che soggiornano in città affollate o durante eventi di rilievo.

GMA RESIDENCE BOLOGNA effettua da sempre il check in di persona per verificare la corrispondenza del documento e… come forma di cortesia verso gli ospiti.

Un cambio necessario o una penalizzazione?

La stretta sugli affitti brevi, se da un lato punta a garantire maggiore sicurezza, dall’altro solleva interrogativi sull’impatto per il settore turistico e la sharing economy. Trovare un equilibrio tra innovazione e regolamentazione sarà la sfida principale nei prossimi anni.

L’obiettivo dichiarato del governo è prevenire abusi senza soffocare un settore in rapida crescita. Tuttavia, resta da vedere se queste misure saranno realmente efficaci o se creeranno più difficoltà che benefici. Una cosa è certa: il dibattito sugli affitti brevi è tutt’altro che chiuso.

FAQ

  1. Le key box sono vietate per tutti gli affitti brevi?
    Sì, le nuove regole vietano l’uso di key box per gli ingressi automatizzati.
  2. Quali alternative al check-in remoto possono usare i gestori?
    I gestori devono verificare di persona i documenti degli ospiti al momento del check-in.
  3. Come si comunica la presenza degli ospiti alla questura?
    Le generalità vanno comunicate entro 24 ore tramite i portali ufficiali delle forze dell’ordine.
  4. La normativa vale anche per gli hotel?
    No, al momento si applica principalmente agli affitti brevi, creando una possibile disparità di trattamento.
  5. Cosa rischia chi non rispetta le nuove regole?
    I gestori potrebbero incorrere in sanzioni amministrative o, in casi gravi, nella chiusura dell’attività.

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