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LE TRE FRECCE NEL PORTICO DI PALAZZO ISOLANI

La leggenda dei tre arcieri

Città dei Portici: Bologna, conosciuta in tutto il mondo per i suoi portici, può vantarne ben 38 km solo all’interno del centro storico. Altissimi, stretti, lunghi, affrescati, semplici, antichi o moderni, i portici accompagnano i bolognesi ed i tanti turisti con garbo, bellezza architettonica, armonia estetica, ma anche particolari inaspettati e curiosità.

Questo “escamotage” medievale fu la soluzione ottimale per una città che dovette rispondere alla crescente domanda di alloggi, senza dover per forza restringere le strade del centro storico. La “trovata” prese piede e si moltiplicò a dismisura, fino a divenire uno dei simboli della città e dopo circa dieci secoli, far ottenere a Bologna il titolo di Città dei Portici con la nomina di Patrimonio Mondiale UNESCO ricevuta il 28 luglio 2021.

Il Portico delle tre frecce:

Proprio tra i portici che rientrano tra quelli nominati “Patrimonio dell’umanità”, vi sono quelli di Strada Maggiore, la porzione di Via Emilia che comincia proprio sotto alle Due Torri.

All’altezza del civico n°19, vi capiterà di notare l’antichissimo portico di Palazzo Isolani: si tratta di uno dei pochi della città ancora in legno ed è conosciuto ai più come il Portico delle tre frecce. Proprio all’ingresso del palazzo, non potrete non fare caso a numerosi passanti con lo sguardo rivolto all’insù, alla ricerca proprio di tre frecce piantate sul soffitto di legno alto nove metri.

La leggenda vuole, che durante il medioevo una donna avesse commesso adulterio mentre il marito si trovava lontano da casa; tornato dalla guerra e venuto a sapere del tradimento, l’uomo assoldò tre arcieri per ucciderla nel momento in cui fosse uscita di casa. La sposa, particolarmente aggraziata, bella, ma anche molto furba ed arguta, appena visti i suoi potenziali assassini, fece cadere a terra le proprie vesti rimanendo completamente nuda. L’inaspettato gesto stupì ed emozionò gli arcieri così tanto, che scagliarono le frecce sul soffitto del porticato, mancandola completamente e dandole il tempo necessario di scappare.

Una versione simile racconta di tre briganti intenti ad uccidere un signorotto bolognese che vennero distratti dalla vista di una giovane nuda alla finestra, un’altra di uno scontro armato tra due nobili dalla pessima mira; alcuni narrano di una burla irriverente per rovinare l’opera a Raffaele Faccioli (che nel 1877 si era occupato del restauro dell’edificio), altri di uno scherzo ad opera di studenti universitari.

In ogni caso, che si tratti di una leggenda, di verità, di tre frecce medievali, di uno scherzo o dell’epilogo di un duello, al Portico delle tre frecce non si può che riconoscere un fascino senza paragoni; si tratta infatti di uno dei luoghi più caratteristici della città, oltre che il più nobile accesso alla meravigliosa Corte Isolani, percorsa la quale, potrete ammirare l’incantevole Piazza Santo Stefano.

tre frecce

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